“Parola di Dio”, ripetiamo alla fine di ogni brano della Bibbia perché abbiamo a che fare con un Dio che parla, che comunica, un Dio che, in Gesù, diventa Parola vivente che fa vivere gli uomini della sua Parola, vale a dire di se stesso. “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”.
Se l’intera esperienza storica di Cristo ci dice che Dio è comunicazione, parla direttamente, perché oggi noi uomini preferiamo il virtuale, il silenzio o l’ipocrisia, oltre che la menzogna e la cattiveria?
Abbiamo capito e accettato, noi cristiani, che Gesù è il Dio che comunica con l’uomo, che si avvicina a lui, si prende cura di lui, lo raggiunge per sollevarlo, toccandolo per mano, ecc. ?
Perché invece di guardarci negli occhi e parlarci in modo diretto e franco, ci nascondiamo dietro le nostre tastiere di telefono o di computer per scrivere cose che non abbiamo il coraggio di dire in presenza ?
Che tipo di società e chiesa vogliamo costruire se troviamo difficoltà a confrontarci, a parlarci pur abitando insieme, facciamo finta di volerci bene con sorrisi che subito dopo si trasformano in calunnia, pettegolezzi e ogni tipo di discorso e comportamento insensati e antipatici in assenza della persona interessata ?
Cerchiamo di comunicare sempre e bebe non tanto per aver ragione l’uno sull’altro quanto per vivere e crescere insieme.